Dal decreto Ristori un aiuto ai sovraindebitati: per chi non ce la fa arriva l'esdebitazione

Le norme vanno incontro alle famiglie e alle imprese carichi di debiti e non più in grado di ripagarli prevedendo addittura la possibilità di "esdebitazione", cioè di cancellazione del debito solo una tantum, per il debitore incapiente e "meritevole"

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17/01/2021

Con la legge 18 dicembre 2020 n.176 che contiene i quattro decreti legge "Ristori" varati di seguito lo scorso autunno dal governo, il Parlamento, anticipando l’entrata in vigore l’1 settembre di alcune norme del Codice della Crisi d’Impresa,  ha previsto che, il debitore “persona fisica” incapiente, che però non si ritrovi in questa condizione per sua colpa, o dolo, e "che non sia in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, diretta o indiretta, nemmeno in prospettiva futura", può accedere all'esdebitazione solo per una volta, "fatto salvo l'obbligo di pagamento del debito entro quattro anni dal decreto del giudice laddove sopravvengano utilità rilevanti che consentano il soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore al dieci per cento".

La Legge n.176/2020 semplifica le procedure se la situazione di sovraindebitamento riguarda i componenti di una stessa famiglia: in questo caso si ha la possibilità di presentare un’unica domanda, con il vantaggio che il giudice quindi determinerà un unico compenso da ripartire tra i membri, naturalmente "in misura proporzionale all’entità dei debiti di ciascuno".

Altra novità favorevole ai consumatori indebitati è la norma che sanziona gli intermediari finanziari che concedono credito senza aver prima verificato il merito creditizio: in definitiva, chi concede prestiti deve accertarsi che chi li riceve sia in grado di ripagarli mantenendo nello stesso tempo un tenore di vita dignitoso. La correttezza deve essere reciproca: vengono meno i benefici per il consumatore che "ha determinato la situazione di sovraindebitamento con colpa grave, malafede o frode", e l’accordo di composizione della crisi sarà inammissibile "se risultano commessi atti diretti a frodare le ragioni dei creditori".

avv. michele de benedittis
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